Bambini attaccati alle gonne della mamma, bambini che si nascondono, bambini che prima di rispondere chiedono al genitore se quello che stanno per dire è giusto oppure no, bambini che di fronte ad una frustrazione vanno “nel pallone”. Insomma bambini insicuri. Quelli che a scuola potrebbero dare di più, quelli che in tutto ciò che fanno (se lo facessero), farebbero anche bene se non fosse per…
Non è infrequente che insegnanti ed istruttori segalino ai professionisti alcuni bambini per un sospetto deficit dell’attenzione o difficoltà cognitive o, ancora, per un rendimento scolastico scarso. E spesso capita che ad una più attenta osservazione vengono evidenziati un funzionamento cognitivo più che buono, capacità di introspezione e di riflessione, abilità negli apprendimenti adeguate e…forme più o meno marcate di insicurezza e bassa autostima.
Comportamenti frequenti dei bambini insicuri
L’insicurezza nei bambini si può manifestare in molti modi. I principali sono:
- enuresi (pipì a letto)
- capricci
- richiesta di dormire con i genitori
- difficoltà ad addormentarsi o frequenti risvegli notturni
- scatti di rabbia improvvisi
- chiusura e introversione
- poche amicizie
- amicizie superficiali e poco durature
- difficoltà ad rispettare i “limiti”
- difficoltà ad andare oltre i limiti
- ipersensibilità e scarsa resistenza alle frustrazioni
Cosa fare
Per rendere i bambini più sicuri di se stessi i genitori possono fare molto. Vediamo in sintesi cosa è possibile fare:
- Dare fiducia alle capacità del bambino. I genitori dovrebbero avere fiducia nella possibilità che il figlio possa affrontare il mondo senza eccessivi problemi, dovrebbero non sostituirsi a lui, non “stargli addosso” ecc. Incoraggiare significa aiutare a fare da soli, essere pronti ad sostenere in caso di caduta, ma dare fiducia nella possibilità di volare.
- Essere autorevoli. Dare regole chiare e chiarire le eccezioni è sufficiente a fornire i confini di un buon comportamento. L’eccesso di regole o la lassità delle stesse crea solo confusione e frustrazione.
- Tenere per sé (e risolvere) le ansie e le paure. Se un genitore vede il mondo come pericoloso, tenderà a far vedere al figlio il mondo con le stesse lenti. Un genitore “spaventato” dovrebbe prima di tutto capire che le ansie e le paure sono sue, non appartengono né al figlio né alla realtà in sé e per sé.
- Ascoltare. Ascoltare non vuol dire stare a sentire, vuol dire entrare nel racconto dell’altro. Le paure, le arrabbiature ecc. dei bambini a volte sembrano derivanti da cose di poco conto che però per quel bambino sono molto importanti: ascoltare significa rispettare il valore che l’altro dà alle cose.
- Non perdere il controllo. Se il bambino si arrabbia è bene che il genitore mantenga i nervi saldi e disinneschi anziché alimentare la componente distruttiva dell’emozione. Essere presenti, stargli vicino, evitando solo gli eccessi pericolosi, può essere una buona strada.
- Valorizzare l’insuccesso. L’insuccesso, di qualsiasi tipo, si sa, brucia a tutti. Ed è un dramma per i bambini insicuri e ipersensibili. Rispettare e accogliere la tristezza, la disperazione ecc. è un primo passo – puramente emotivo – che non può mancare. Il secondo riguarda, invece, quando l’intensità emotiva è andata diminuendo, la possibilità di rileggere l’errore per trovarci un insegnamento. Ricordandosi che avere un insuccesso non significa essere una persona che non vale niente.
Aiutare bambini insicuri e i loro genitori
Aiutare bambini insicuri e i loro genitori è il compito professionale a cui a volte è chiamato uno specialista. È infatti necessario, a volte, lavorare per rompere un circolo vizioso che alimenta il problema e incrementare le capacità personali, relazionali e sociali dei bambini insicuri favorendo un aumento dell’autostima e del senso di autoefficacia.
Per questo sono molto utili attività di parent training, consulenza genitoriale e sostegno alla genitorialità per potenziare le abilità dei genitori e permettere loro risposte efficaci rispetto ai loro figli e/o percorsi individuali pedagogici o psicologici con i bambini. In questi percorsi, in un contesto relazionale ludico, è possibile promuovere l’autostima con metodologie che coinvolgano il corpo, la gestione dello spazio, il tono della voce, l’espressione di sé ecc.
Se vedi che tuo figlio, nonostante i tuoi sforzi, mostra ancora insicurezza e scarsa autostima, se vuoi sapere come è possibile aiutarlo, contattaci e saremo lieti di poterti dare una mano. In questa particolare “area” ti suggeriamo:
- Dott.ssa Marta Mani, Pedagogista Clinico (Contatto diretto Tel. 347.9460319)
- Dott. Simone Pesci, Psicologo e Psicoterapeuta (Contatto diretto Tel. 333.9640032)
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