Alcune persone non amano il proprio corpo tanto da vivere una sorta di repulsione nei confronti di alcuni aspetti della propria fisionomia. Sono persone che, secondo le classificazioni diagnostiche, hanno un disturbo del dismorfismo corporeo. In realtà il non apprezzamento del proprio fisico o di parti del proprio corpo è abbastanza comune e, anche quando non è diagnosticabile come dismorfismo corporeo, può essere tanto centrale per la persona da risultare clinicamente rilevante.
Dismorfofobia: differenze di genere
Questa preoccupazione eccessiva per difetti, anche minimi o addirittura immaginari, può diventare così debilitante da ostacolare il normale svolgimento delle attività sociali e lavorative quotidiane. Mentre è possibile che qualsiasi parte del corpo diventi oggetto di tale preoccupazione ossessiva, è più comune che le donne lamentino problemi relativi alle cosce, all’addome, alle dimensioni del seno, ai glutei, alla pelle, ai fianchi e alle caratteristiche del viso, mentre gli uomini tendono a concentrarsi su cicatrici, addome, lesioni fisiche, ferite alla testa, capelli, altezza, dimensioni del torso, mani e tratti del viso.
La maggior parte di coloro che soffrono di disturbi significativi dell’immagine corporea si immerge in comportamenti ritualistici e ripetitivi, come controllarsi allo specchio, pulirsi in modo eccessivo, stuzzicarsi la pelle, nascondere il presunto difetto e cercare costante rassicurazione dagli altri. Questi individui possono evitare gli incontri sociali per timore di essere giudicati a causa della loro percezione distorta di sé stessi, credendo che il loro difetto sia evidente a chiunque li osservi.
Quanto è diffuso il disturbo da dismorfismo corporeo?
Il disturbo del dismorfismo corporeo è diffuso sia tra uomini che donne, ed è probabile che sia sottodiagnosticato e sottotrattato in entrambi i sessi. A volte è parte integrante di altri disturbi come nell’anoressia o nella bulimia nervosa, o anche nel disturbo dell’identità di genere; o ancora disturbi dell’immagine corporea di varia gravità si manifestano spesso anche in pazienti con depressione maggiore, disturbo ossessivo-compulsivo, fobia sociale, disturbo delirante con focus somatico ecc.
All’incirca 4 persone su 100 si stima abbiano un vero e proprio disturbo da dismorfismo corporeo, mentre 20 su 100 presentano preoccupazioni e/o repulsione rispetto al proprio corpo clinicamente rilevanti.
Quando si manifesta per la prima volta
Le informazioni attualmente disponibili suggeriscono che il disturbo del dismorfismo corporeo abbia inizio solitamente durante l‘adolescenza, periodo in cui le pressioni sociali e culturali per il concetto di bellezza fisica sono particolarmente intense, soprattutto considerando i notevoli cambiamenti fisici che si verificano durante questa fase. Gli individui che hanno una percezione alterata della propria fisicità spesso riferiscono episodi critici di bullismo, critiche o umiliazioni da parte di familiari, insegnanti, colleghi o estranei come fattori scatenanti del disturbo.
Non è infrequente però che l’età di esordio sia più tarda e che le motivazioni siano da rintracciare in meccanismi di compenso che la persona mette in atto in quanto le risulta più accettabile criticare il proprio aspetto esteriori che mettere in discussione il sé interiore.
L’intervento terapeutico
In letteratura si suggerisce per le persone che presentano questo tipo di disturbi un percorso di psicoterapia affiancato o meno da un trattamento farmacologico.
L’obiettivo di un intervento psicoterapeutico non dovrebbe essere quello di modificare i cosiddetti pensieri irrazionali rispetto alla percezione corporea quanto aiutare la persona a comprendere la funzionalità dei propri sintomi e accompagnarla in un processo di scoperta e accettazione di sé. Non si tratta di eliminare l’ossessiva osservazione del proprio corpo, si tratta di rendere sempre meno necessario per la persona ricorrere ad una valutazione del proprio aspetto per definire l’amabilità personale e il proprio valore.
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