I figli loro malgrado, sono gli spettatori passivi del conflitto coniugale che coinvolge direttamente i loro genitori.
Quale è il comportamento che i figli assumono, quando vedono o ascoltano i loro genitori litigare su questioni che riguardano esclusivamente la fine del loro rapporto coniugale? Talora, i figli diventano parte integrante del conflitto dei loro genitori.
I figli possono reagire attivamente o passivamente al conflitto che intercorre tra i propri genitori in relazione a tanti fattori quali a titolo di esemplificativo ma non esaustivo: l’età, lo sviluppo psico fisico del minore, la tipologia di rapporto che lo lega a ciascuno dei propri genitori. I figli possono subire e in concreto subiscono, un sorta di progressiva “spersonalizzazione” a causa del conflitto genitoriale e assumono un ruolo specifico nel contesto del conflitto medesimo.
A titolo esemplificativo, è possibile configurare alcuni dei suddetti ruoli.
1.Il figlio messaggero:
Il figlio messaggero è colui a quale uno dei genitori intima di comunicare all’altro genitore, domande, richieste o informazioni che altrimenti non sarebbe in grado di comunicare al medesimo, stante la sua l’incapacità di costruire, in pendenza di un conflitto coniugale, un dialogo costruttivo incentrato sul reciproco rispetto. Il figlio non è un nuncius né il rappresentante legale di uno o di entrambi i suoi genitori. Sul punto, l’art 5 della “Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori” dichiara che” i figli hanno il diritto di non essere strumentalizzati, di non essere messaggeri di comunicazione e richieste esplicite o implicite rivolte all’altro genitore”.
I genitori che non riescono ad ascoltare e a rispettare le loro reciproche opinioni, se pur divergenti, non sono in grado di ascoltare le richieste dei loro figli. In questi casi, il mediatore familiare in qualità di soggetto terzo e imparziale aiuta i coniugi a instaurare tra di loro, una comunicazione diretta, invece di comunicare attraverso i loro figli. I coniugi ascoltandosi nel contesto di uno spazio neutro,alla presenza di un mediatore familiare, sono in grado di recuperare il loro ruolo genitoriale, ascoltando le richieste dei loro figli.
2. Il figlio alleato:
Il figlio alleato è colui con il quale uno dei genitori stringe un patto per ottenere il suo appoggio funzionale ad alimentare il conflitto con l’altro genitore. A titolo di esempio,una madre separata dal marito o viceversa, può in pendenza del conflitto coniugale, volontariamente o involontariamente indurre il proprio figlio o figlia a ritenere che il genitore non affidatario sia un padre o una madre non presente nella vita dei propri figli e pertanto, non gli ama. I figli hanno diritto di vivere pienamente la loro vita e non la vita degli adulti. Vi ricordo che in merito a tale punto, l’art.1 della Carta dei diritti dei figli nella separazione dichiara che “ i figli hanno diritto di continuare a voler bene ad entrambi i genitori, hanno diritto di manifestare il loro amore senza paura di ferire o di offendere l’uno o l’altro”. L’art 7 della suddetta Carta, riconosce altresì in capo ai figli, il diritto di non essere coinvolti nei conflitti tra genitori e dichiara che “i figli hanno diritto di non assistere e di non subire i conflitti tra i genitori, di non essere costretti a prendere le parti dell’uno o dell’altro, di non dover scegliere tra loro. I figli hanno diritto di non essere costretti a schierarsi con l’uno o l’altro genitore e con le rispettive famiglie.”
In questo caso, il mediatore familiare aiuta entrambi i genitori, a intraprendere un percorso per risolvere il loro conflitto sia personale che coniugale consentendogli di addivenire ad un accordo condiviso, sia sotto il profilo dei loro rapporti personali che patrimoniali. In secondo luogo, il mediatore familiare, aiuta i genitori a focalizzare l’attenzione su quali siano in concreto, i bisogni del figlio liberando il medesimo, dalla responsabilità di risolvere il conflitto dei suoi genitori.
3. Il figlio confidente:
Il figlio confidente è colui a cui uno dei genitori confida i propri dubbi, le proprie ansie personali talora, anche riferite al rapporto con l’altro coniuge separato,come se considerasse il figlio un amico pronto ad ascoltarlo e da cui ricevere consigli sulla propria vita. In merito a questo punto, l’art.2 della Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori, dichiara “che i figli hanno diritto alla spensieratezza e alla leggerezza, hanno diritto di non essere travolti dalla sofferenza degli adulti. I figli hanno diritto di non essere trattati come adulti, di non diventare i confidenti o gli amici dei loro genitori, di non doverli sostenere o consolare.I figli hanno diritto di sentirsi protetti e rassicurati, confortati e sostenuti dai loro genitori nell’affrontare i cambiamenti della separazione.” In questo caso, il mediatore familiare guida i coniugi a comprendere quali siano le modalità per affrontare direttamente tutte le questioni personali e patrimoniali che riguardano il loro rapporto coniugale, affinchè comprendano che i loro figli, non sono gli amici su cui deve gravare la soluzione di problemi, che i genitori in quanto coppia, devono affrontare personalmente.
4. Il figlio fuggitivo:
Il figlio fuggitivo è colui che sposta l’attenzione sulla propria persona, affinché il conflitto genitoriale sia deviato verso di lui. Talora, i coniugi che vivono un conflitto sia prima o durante la separazione legale, si allontanano dalle proprie responsabilità genitoriali, perché focalizzano l’attenzione su loro stessi, nel tentativo di risolvere e talora alimentare, la litigiosità che in quanto tale, è un collante capace di tenere unita una coppia se pur, nella sofferenza reciproca.
Il figlio fuggitivo, pone in essere una serie di condotte, che testimoniano il dolore che lo stesso, prova a causa della crisi che i propri genitori vivono come coppia, allo scopo di richiamare la loro attenzione.
Il figlio fuggitivo esprime il proprio dolore, tenendo condotte aggressive nei confronti dei propri genitori o nei confronti di terzi, non si reca a scuola o inizia ad avere un calo nel rendimento scolastico. In merito a tale circostanza, l’art. 3 della Carta dei diritti dei figli nella separazione dei genitori dichiara che” i figli hanno diritto di non essere coinvolti nella decisione della separazione e di essere informati da entrambi i genitori, in modo adeguato alla loro età e maturità … hanno il diritto di non subire la separazione come un fulmine né di essere inondati dalle incertezze e dalle emozioni dei genitori. Hanno diritto di essere accompagnati dai genitori a comprendere e a vivere il passaggio ad una nuova fase familiare”.L’art.4 della predetta Carta dichiara altresì che “ i figli hanno diritto di essere ascoltati dai genitori, insieme, in famiglia. I figli hanno diritto di essere arrabbiati, tristi, di stare male, di avere paura e di avere incertezze senza sentirsi dire che va tutto bene”. In questi casi, il mediatore familiare, guida i genitori a capire le motivazioni che inducono il figlio a tenere una serie di condotte apparentemente inspiegabili poiché i coniugi, pur scegliendo di separarsi, devono necessariamente comprendere, che rimarranno per sempre i genitori dei loro figli. In particolare il mediatore guida i coniugi a recuperare il loro ruolo genitoriale, affinché possano ristabilire un dialogo diretto e costruttivo con i loro figli.
(Autore: Dott.ssa Fiamma Raugei)
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